Storia e importanza del biglietto da visita

Il biglietto da visita parla di noi, del nostro stile e della nostra personalità. Spesso dimentichiamo quanto sia straordinariamente importante. Andremmo mai ad un appuntamento a cui teniamo vestiti in maniera trasandata?  Eppure ci capita di porgere ad un nostro interlocutore un biglietto di mediocre qualità non pensando che si tratta di un oggetto che ci rappresenta e che rimarrà, comunque, sul tavolo o nelle tasche di chi abbiamo incontrato.

Il biglietto da visita ormai è considerato un oggetto di uso comune, che molto spesso però sottovalutiamo considerandolo uno strumento di mera valenza commerciale. Questo piccolo cartoncino in realtà ha una storia particolare e un’importanza da non trascurare. Pochi conoscono la sua funzione reale e le sue origini.

La sua storia inizia addirittura nel XVII secolo in Europa, dove veniva usato per annunciare l’imminente arrivo di persone aristocratiche in città o presso un ospite in particolare. Il biglietto aveva forma e dimensioni simili a quelle di una carta da gioco e divenne, verso la metà del secolo, un fattore caratteristico dell’élite europee. Con il tempo i biglietti iniziarono ad essere incisi con oro o con caratteri ricercati e divennero, dal XIX secolo in poi, un must have per chiunque all’interno della classe media dell’epoca. Andando avanti i biglietti da visita non si scambiarono più solo nelle occasioni mondane, ma divennero un elemento importante anche nel far visita alle persone. Pensate che nella maggior parte delle case furono costruiti degli appositi contenitori, simili a vassoi, per accogliere i biglietti degli ospiti o i propri.

Il biglietto da visita acquistò una tale importanza tra XVIII e XIX secolo che il suo scambio aveva un vero e proprio rituale. Durante la prima visita presso qualcuno, il primo passo era quello di consegnare ai domestici il lasciare il proprio biglietto, in modo che fosse subito esaminato dai padroni di casa. Questo passaggio era molto importante perché durante l’analisi del biglietto si veniva a creare la prima impressione di una persona che, come dice l’adagio, è quella che conta.

Nel Regno Unito non erano usati solo per una presentazione personale ma anche, come ai giorni nostri, per scopi commerciali. Essi erano distribuiti prima o dopo il lavoro per mettersi o rimanere in contatto con la persona desiderata. La tendenza nata nel Regno Unito, divenne poi la regola dopo l’avvento della rivoluzione industriale. Il biglietto da visita da quel momento divenne un oggetto simbolico che riassumeva in sé sia la presentazione della persona sia la sua posizione commerciale.

 

Il Biglietto da visita oggi

Dopo trecento anni, il biglietto da visita ha raggiunto la sua massima diffusione. Non esiste categoria professionale o attività che non lo usi. Tuttavia, mentre risulta cresciuta l’attenzione e la cura per i biglietti che rappresentano realtà commerciali (come negozi, ristoranti, alberghi, etc. …) che vogliono distinguersi, colpire e farsi ricordare dal cliente, appare scesa la qualità dei biglietti personali, sempre più omologati. Royal Card si pone l’obiettivo di restituire al biglietto da visita il suo ruolo originario, quello di esprimere lo stile e l’unicità di chi lo porge, soddisfacendo in tal modo la clientela più esigente, quella che sa riconoscerne qualità e raffinatezza.

 

Raccomandazioni per l’uso del biglietto da visita:

Oltre ad avere il giusto biglietto è importante qualche piccolo accorgimento nella presentazione. Il biglietto:

–   Deve essere sempre presentato in perfette condizioni;

–   Non deve essere consegnato con la mano sinistra;

– Non bisogna scriverci sopra salvo se accompagna un regalo o per renderlo più confidenziale;

–  I titoli accademici o onorifici, quando ci sono, non devono mai essere cancellati a penna perché cancellarli è come sottolinearli.

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